Visita al ramo di Fonte Nuova dei Bottini di Siena

Sabato 31 marzo la sezione di Siena ha organizzato la visita al ramo di Fonte Nuova dell’antico aquedotto medioevale di Siena.

Un gruppo di 9 soci si è addentrato nelle viscere della città percorrendo oltre un chilometro di cunicoli scavati da minatori medioevali.
Questa incredibile opera realizzata in modo mirabile da migliaia di operai sconosciuti deriva dall’importanza che l’acqua ha sempre avuto per questa città sorta su tre colline, in una posizione certamente salubre e difendibile dagli attacchi nemici, ma che rendeva difficile l’approvigionamento idrico: infatti i corsi d’acqua sono lontani (Merse, Elsa, Ombrone), oppure hanno una portata d’acqua molto scarsa per gran parte dell’anno (Arbia, Tressa, Staggia). 
Da qui la necessità per Siena di costruire i bottini: gallerie scavate nella sabbia, quasi tutti percorribili a piedi, che raccolgono le infiltrazioni delle acque piovane delle colline circostanti e la trasportano alle decine di fontane pubbliche sparse per la città. Quando si passeggia per le vie di Siena e si ammirano le fonti medievali, è difficile immaginare che sono alimentate da una rete di 25 Km di gallerie, ancora oggi funzionanti e che hanno rappresentato l’unica fonte di acqua potabile fino alla prima guerra mondiale. Quando si individuava la presenza di acqua, come una piccola sorgente, si iniziava a scavare una galleria che seguiva la vena d’acqua, risalendo con una lieve pendenza, tenendosi sempre tra i due strati geologici che formano le colline senesi: uno superiore di sabbia (chiamata impropriamente “tufo”), porosa e permeabile, che filtra l’acqua piovana, e l’altro sottostante, di argilla compatta ed impermeabile, che la trattiene. 
É un gioiello di ingegneria idraulica tre-quattrocentesca ancora oggi funzionante, tanto che sono state mantenute alcune utenze. Tuttavia, nei tratti più lontani dalle fonti, a 4-5 Km a nord della città, i bottini sono a rischio di interramento, a causa delle frane, della penetrazione di radici, dell’accumulo di calcare e di fango nel gorello. Quello che di certo troviamo sono suggestive gallerie ad altezza d’uomo, scavati nella sabbia o rivestite con una volta di mattoni, che serviva ad evitare il crollo delle sabbie inumidite.
    L’acqua scorre in un piccolo canale (gorello), fatto di docci di terracotta. Nel tratto finale, prima di sfociare nella vasca della fonte, passa dalle vasche di decantazione (purgatori o galazzoni). 
Nei bottini possiamo anche incontrare delle targhe, con la quantità di dadi che poteva ricevere un certo utente: il dado era un forellino al centro di una piastra che sbarrava il canaletto di derivazione, e si potevano avere contratti per 1/2 dado, 1, 2, 3 dadi.
Queste targhe risalgono all’ ottocento, quando le famiglie più ricche, che avevano abitazioni vicine al percorso dei bottini, si allacciavano all’acquedotto ed avevano l’acqua “in casa”, mentre il resto della popolazione doveva continuare a recarsi alla fonte pubblica. Queste sono le uniche modifiche che i bottini hanno subito da quando sono stati costruiti.
L’Associazione Paracadutisti di Siena ringrazia l’Associazione La Diana (dal cui sito sono tratte le informazioni di questo articolo) che opera per il recupero, la manutenzione e la valorizzazione di questo patrimonio e che ha fornito la guida per questa bellissima visita .

Le prossime attività dell’ANPd’I Siena

                                                                                             e.mail del 28 marzo 2012

Caro paracadutista ed amico, dopo la bellissima visita del ramo di Fonte Nuova dei bottini di Siena sono quì a proporti due nuove attività che spero desteranno il tuo interesse. Venerdì 27 aprile prossimo visiteremo la collezione d’arte del Monte dei Paschi di Siena. La visita, nello storico palazzo di piazza Salimbeni, inizierà alle ore 16,00 e durerà circa un’ora, non costerà nulla ed avremo il piacere di essere accompagnati da una guida particolarmente qualificata.

Eventuali prenotazioni via mail o al mio numero di cellulare (349 4630360).

Domenica 6 maggio, alle ore 12,30, faremo un pranzo sociale nell’aia della torre del Colombaio in località Casaglia (Poggibonsi) presso l’agriturismo di proprietà del nostro socio Stelio Sardelli. Il posto è particolarmente bello e, se il tempo ci assisterà, sarà una splendida giornata da passare all’aperto. Il costo sarà lo stesso (15 euro) delle cene in sezione. Prenotazioni via mail o al numero di cellulare del segretario di sezione  (328 6798006).

Come vedete stiamo cercando di proporre attività sempre più varie ed interessanti ma abbiamo bisogno della tua partecipazione e del tuo aiuto che quest’anno potrà concretizzarsi (oltre che rinnovando la tessera sociale se ancora non l’avessi fatto) anche devolvendo il tuo 5 X 1000 al Nucleo di Protezione Civile dell’ANPd’I di Siena. Scrivendo nell’apposito spazio del tuo 730 il numero di codice fiscale 92054280521 contribuirai così anche tu in maniera concreta e senza alcun costo per te a dare più forza alla Tua associazione!

La Tua firma è la nostra forza! Grazie!

L’ANPd’I di Siena in prefettura per i militari detenuti in India

Contemporaneamente in tutt’Italia, i paracadutisti dell’ANPd’I insieme ai rappresentanti delle altre Associazioni Combattentistiche e di tanti cittadini comuni, si sono recati in delegazione presso tutte le prefetture dei capoluoghi di provincia per consegnare due missive al  Prefetto affinché le potesse far pervenire rispettivamente ai due sott’ufficiali del «San Marco» ed al  Presidente del Consiglio dei Ministri.

In questo quadro, questa mattina (17 marzo 2012), l’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, sezione di Siena , dopo l’iniziativa di esporre il tricolore (legato al centro) presso i propri locali di via dei Pispini 166, ha intrapreso un’altra civile e pacifica iniziativa a favore dei commilitoni del Reggimento «San Marco» detenuti in India.

A Siena il Generale Sergio Fucito, Presidente della Sezione Provinciale dell’Associazione Paracadutisti, è stato ricevuto dal rappresentante del Prefetto Fabio Sanfilippo.

In un breve discorso il Generale Fucito ha manifestato, al rappresentante delle Istituzioni del Territorio, la totale solidarietà dei propri soci nei confronti del Maresciallo Massimiliano Latorre e del Sergente Salvatore Girone, “ingiustamente sequestrati dalla magistratura indiana”, e, l’estrema preoccupazione per la sorte dei due militari.

E’ stato altresì rappresentata “l’assoluta arbitrarietà della detenzione” alla luce di tutte le normative internazionali ed è stata inoltrata formale richiesta di un sempre più determinato e fattivo intervento del governo italiano al fine di riportare a casa i due commilitoni.

Hanno voluto essere presenti, portando la solidarietà delle loro rispettive Associazioni, il Col. Giorgio Bonifazi, Presidente Provinciale Ufficiali in Congedo ed il Luogotenente Mercurio Ciolino, Coordinatore Provinciale dell’Associazione Carabinieri.

 

Di seguito riproduciamo il testo della lettera indirizzata ai due militari reclusi:

 

Ai fucilieri di Marina

Maresciallo Massimiliano Latorre

Sergente Salvatore Girone

 

Cari commilitoni,

i paracadutisti dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, intendono esprimerVi i sensi del loro più alto cameratismo.

La disciplina, non imposta ma sentita, che ci è comune e sempre ci ha animato, ci ha fatto manifestare il nostro più grande dissenso, in ordine alle Vostre gravissime vicissitudini, con gli strumenti di quella democrazia che abbiamo scelto di difendere e per la quale, nel rispetto della stessa, Voi siete ingiustamente e con l’inganno, illegalmente prigionieri di uno stato straniero.

Siate certi che faremo tutto quanto ci è possibile affinchè possiate tornare all’affetto dei Vostri cari e salutare il nostro tricolore, con l’orgoglio di chi ha dovuto subire la più grave offesa al proprio e invitto onore militare.

Siamo con voi !

San Marco ! Folgore !