Ten. M.O.V.M. Roberto Bandini

 

Il tenente paracadutista di complemento Roberto Bandini di Colle Val d’Elsa, apparteneva al 186° reggimento fanteria della Divisione “Folgore”.  Alla sua memoria venne concessa la Medagliad’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:

Comandante di un centro di fuoco sulla linea di resistenza, attaccato da preponderanti forze motorizzate sostenute dall’intenso efficace tiro di artiglieria, reagiva con perizia e valore riuscendo ad arrestare l’impeto nemico e a ristabilire la situazione con audace contrassalto.

Ferito, continuava a mantenere il comando del centro sottoposto alla pressione nemica. Attaccato nuovamente, resisteva imperterrito a malgrado delle gravi perdite subite e quindi contrassaltava con violenza.

Gravemente ferito una seconda volta, persisteva nell’impari lotta alimentando lo spirito combattivo dei suoi valorosi paracadutisti col suo eroico esempio.

Colpito per la terza volta protraeva l’azione, culminante in epica mischia all’arma bianca, finché cadeva sull’estremo lembo della posizione da lui contesa all’avversario per tre giorni con ammirabile tenacia.

Purissimo esempio di leggendario eroismo, chiudeva la sua giovane esistenza al grido di « Avanti la Folgore. Viva l’italia ».

  Quota 125 di Qaret el Him meimat (Egitto),

23-25 ottobre 1942.

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Discorso del Presidente dell’A.N.P.d’I. di Siena pronunciato, il 28 ottobre 2011, in occasione dell’undicesimo anniversario dell’intitolazione della Piazza alla M.O.V.M. Roberto Bandini

in Colle di Val d’Elsa

Monumento "Bandini" a Colle di Val d'Elsa

Nel clima di decadenza morale e materiale che attraversa questo nostro travagliato periodo siamo oggi qui a ricordare, un giovane colligiano colto, bello, intelligente, caduto a 25 anni ad El Alamein.
Roberto Bandini, se solo lo avesse voluto,  avrebbe certamente potuto “defilarsi” come tanti a quel tempo fecero, ricercando brillanti ed a lui accessibili traguardi personali ed invece, coscientemente e con totale donazione di se, scelse di essere “esempio” per noi tutti che ancor oggi, a distanza di tanti anni, lo ricordiamo con profonda ammirazione.

Roberto Bandini nasce a Colle di Val d’Elsa il 28 gennaio del 1917, compie i regolari studi medi inferiori e superiori e si iscrive alla facoltà di Chimica dell’Università di Firenze. A 18 anni si arruola volontario, interrompendo gli studi, nel VI° Battaglione mitraglieri, con il quale, inquadrato nella Divisione “Tevere”, prende parte, in A.O.I., alla Campagna d’Etiopia. Rientrato in Italia a metà Giugno del 1936, ottiene la nomina a Sottotenente di complemento e, prestato il servizio di prima nomina presso il I° Reggimento Granatieri di Sardegna, viene collocato in congedo nel febbraio del 1937. Richiamato in servizio nello stesso anno, torna nuovamente in A.O.I. con il 47° Battaglione rimanendovi fino al novembre del 1939.

Rientrato in Italia riprende gli studi interrotti e, nell’ottobre del 1940, ottiene la promozione a Tenente. Alla fine dello stesso anno viene nuovamente richiamato alle armi e destinato in forza al III° Reggimento Granatieri. Partecipa alle operazioni di guerra sul fronte Greco fino all’ottobre del 1941 quando decide di inoltrare la domanda per essere assegnato alla nuova Specialità dei Paracadutisti.

Non è certo un caso che Bandini chieda volontariamente di essere assegnato alla nascente Divisione “FOLGORE”; Considerati singolarmente gli aspiranti paracadutisti, ufficiali e soldati, possedevano una personalità ben definita i cui tratti caratteristici erano però più o meno comuni a tutti: disponibilità al rischio, spirito d’avventura, animo risoluto, senso del reale, vivacità di spirito, intelligenza.

Possedevano anche una spiccata tendenza all’individualismo che però non influiva negativamente nei rapporti disciplinari  in quanto comune era la volontà di farsi onore, profonda la stima nei confronti gli uni degli altri, saldissimo in tutti l’attaccamento alla bandiera.

Piazza Bandini - Colle di Val d'Elsa

Dopo il corso ed il conseguimento del Brevetto di Paracadutista, il Tenente Bandini viene inquadrato nel 186° Rgt Paracadutisti e con esso inviato, il 15 Luglio del 1942, in Africa Settentrionale.

Vicecomandante della 21^ compagnia ad “El Alamein”, il 24 ed il 25 ottobre 1942, il suo settore è investito dall’attacco di due battaglioni di fanteria e di una Brigata Corazzata forte di oltre 150 carri armati.

250 paracadutisti italiani, male armati, contro un nemico venti volte più numeroso e dotato di una potenza di fuoco impressionante.

Due volte ferito il Tenente Bandini mantiene la posizione e contrassalta sempre vittoriosamente gli attaccanti contribuendo in maniera determinante a respingere gli avversari nel suo settore fino a quando, colpito una terza volta, cade sul lembo di deserto tanto conteso all’avversario.

Monumento Bandini a Colle di Val d'Elsa

In questi giorni, 69 anni fa, La FOLGORE entrava nella leggenda ma a scrivere queste incredibili pagine di gloria non erano “marziani” erano uomini come Bandini che avevano saldissima la consapevolezza della propria dignità di Uomo e della conseguente esigenza di tutelarla e salvaguardarla a qualsiasi prezzo; non solo per non venir meno al rispetto di se stessi ma perché consideravano fosse proprio la dignità individuale dei singoli il fondamento del più puro Spirito di Corpo.

Appare quindi chiaro il motivo per cui Roberto Bandini ed i suoi paracadutisti furono bravi soldati; furono bravi soldati per la stessa ragione per cui erano buoni cittadini: perché vollero e seppero essere autenticamente Uomini.